“Il semplice pittore di facce ha invero poco in comune col poeta; ma, come il semplice storico, egli copia ciò che vede e minuziosamente riproduce ogni caratteristica o segno distintivo; tale non è il caso per uomini d’ingegno e invenzione”
Anthony Ashley Cooper, III conte di Shaftesbury, Essay on the Freedom of Wit and Humour (1709)
Il confano della macchina sbrindellato (come un libro troppo usato), come i motori accortacciati di Cesar, è molto bello. Perchè sembra portarne i segni lo sguardo di Ballard, sembra replicarsi nelle mani che si attorcono. Restino i numeri del calendario a “disciplinare la forma”? No, forse troppo protocollari, a meno che non siano codice per accedere alla ragazza (dagli stivali asimmetrici come le asimmetriche bretelle di lui?).